Quello dei fanghi di depurazione è uno dei fronti più promettenti dal punto di vista dell’economia circolare e del recupero di valore. Lo scarto per eccellenza è in realtà una potenziale fonte di numerosissime sostanze nutrienti, e il processo stesso di depurazione ha grandi potenzialità per la produzione energetica, di biogas e biocarburanti. In questa prospettiva i depuratori, che sono da sempre considerati dai cittadini elementi problematici del territorio, si stanno progressivamente trasformando in vere e proprie cattedrali della natura, con un immenso potenziale energetico.

 

Per approfondire

La Biopiattaforma di Sesto San Giovanni è il progetto di simbiosi industriale che unisce termovalorizzatore e depuratore trasformandoli in una struttura dedicata all’economia circolare carbon neutral, che prevede due linee produttive: la prima per il trattamento dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque per la produzione di energia termica e fertilizzanti; la seconda di digestione anaerobica per il trattamento di FORSU per la produzione di biometano.

La linea fanghi valorizzerà 65.000 tonnellate/anno di fanghi umidi pari a 14.100 tonnellate/anno di fanghi prodotti dai depuratori di Gruppo CAP, generando 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e fosforo come fertilizzante. La linea FORSU tratterà invece 30.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi per la produzione di biometano. Il nuovo impianto è entrato in funzione a fine 2022 con la messa in funzione della prima linea e, a inizio 2024, entrerà in esercizio tutto il complesso industriale.

Nel depuratore di Robecco sul Naviglio è attivo un impianto di essicamento innovativo a basso impatto ambientale e a ridotti consumi energetici che tratta soprattutto fanghi disidratati, valorizzando principalmente gli scarti agricoli tramite la digestione anaerobica. 

In questo ambito Gruppo CAP ha avviato una collaborazione con Milano Ristorazione per il recupero degli scarti alimentari che prevede il trattamento di 100 ton/anno di rifiuti liquidi costituiti dal refluo di scarto del "Centro di Cottura" sito a Milano, in via Sammartini. 

L’impianto permette anche di recuperare sabbie che vengono riutilizzate in attività di manutenzione delle reti di acquedotto e fognatura di Gruppo CAP, come la posa delle tubazioni. 

Si segnala infine la produzione di VFA (Volatile Fatty Acids – Acidi Grassi Volatili) da fanghi di depurazione, che avviene tramite una fase di fermentazione mesofila controllata con culture microbiche miste.

 

Presso il depuratore di Cassano D’Adda è attivo il progetto Life Freedom. Il progetto consiste nella progettazione e nella costruzione di un impianto dimostrativo di HydroThermal Liquefaction (liquefazione idrotermale) per trasformare i fanghi di depurazione in biocombustibili rinnovabili, conglomerati bituminosi e fosforo, risorse naturali cruciali per l'agricoltura e vari settori industriali. 

La quantità di fango trattato sarà di circa 4.000 tonnellate.

 

Presso il depuratore di Bresso-Niguarda, dai fanghi di depurazione, tramite un processo di digestione anaerobica, viene prodotto biometano di qualità

Avviato nell’aprile 2019, quello di Bresso-Niguarda è il primo impianto in Italia a immettere in rete SNAM biometano a partire da reflui fognari. 

 

Presso il depuratore di Truccazzano è stato avviato un innovativo progetto per il recupero di cellulosa dalle acque reflue. 

Il progetto pilota adotta l’innovativa tecnologia dell’olandese CirTec al processo di depurazione, testando performance e qualità della materia prima estratta, con il supporto esterno del Politecnico di Milano. 

La cellulosa, estratta attraverso un sistema di multifiltraggio e poi ripulita e disidratata, viene riutilizzata per la produzione di materiali compositi e monomeri per l’industria della bioplastica, e nella produzione di materiale da costruzione come l’asfalto stradale. 

In questa prima fase l’impianto produce 150 chilogrammi di cellulosa, derivanti principalmente dalla carta igienica, che a pieno regime si stima diventeranno 1.000 tonnellate l'anno.

 

Già nel 2017 CAP aveva avviato un percorso finalizzato a valorizzare i prodotti non più utilizzabili nella filiera alimentare usandoli come materia prima seconda e fonte di energia, secondo i princìpi dell’economia circolare. 

Gli scarti alimentari, infatti, attraverso il trattamento nei digestori anerobici degli impianti di depurazione, producono nuovo valore in termini di biogas, energia elettrica e chemicals organici.

Il primo esperimento, nato dalla collaborazione con Danone, è attivo da marzo 2019. 

Sempre in questa direzione sono stati avviati nuovi progetti: come le partnership con ThinkAbout (una realtà imprenditoriale innovativa che promuove soluzioni per combattere lo spreco alimentare) e con Milano Ristorazione.