La crescita frenetica e incontrollata delle superfici urbanizzate di molte città negli ultimi decenni unita al fenomeno dei cambiamenti climatici e all’aumento degli eventi meteorici estremi, sia in termini di frequenza che di intensità, ha determinato un notevole incremento del rischio idraulico e la conseguente necessità di ricercare soluzioni in grado di affrontare tali criticità. 

Gli interventi di volanizzazione si inseriscono in questo contesto quali misure di mitigazione ai crescenti fenomeni di allagamento urbano. Le vasche sono opere di accumulo temporaneo che permettono di immagazzinare importanti volumi d’acqua, in occasione di eventi meteorici importanti, e di rilasciarli gradualmente nel tempo, con lo scopo di controllare gli scarichi dal sistema di drenaggio. 

La normativa di riferimento per tale materia è il Regolamento Regionale del 29 marzo 2019, n. 6 sulla disciplina degli scarichi e il Regolamento Regionale del 23 novembre 2017, n. 7 sui principi di invarianza idraulica e idrogeologica

Le vasche sono generalmente suddivise in vasche volano, vasche di prima pioggia e vasche disperdenti e si distinguono per lo scopo con cui vengono progettate. 

Le vasche volano, propriamente dette, sono progettate per ovviare a delle problematiche di rischio idraulico di natura quantitativa. L’obiettivo è dunque quello di ridurre i volumi d’acqua transitanti per la rete grazie all’accumulo dell’acqua di sfioro della rete fognaria. Esempi di tali infrastrutture sono le due vasche di Parabiago, che sono state ritenute prioritarie a causa del rischio di allagamento di alcune strade e sottopassi del comune, oppure la vasca di Solaro che riceve le acque in eccesso dagli sfioratori di piena della rete fognaria comunale.

Le vasche di prima pioggia hanno la funzione di ovviare a un problema di natura qualitativa. Collocate in corrispondenza degli sfioratori di piena della rete fognaria in corpo idrico superficiale (fiumi e torrenti), servono a immagazzinare la prima parte dell’evento meteorico che normalmente è il più carico di inquinanti. Al termine dell’evento i volumi di acqua accumulati vengono svuotati gradualmente nella rete fognaria e inviati a depurazione. Le vasche di prima pioggia possono essere realizzate con soluzioni nature-based utilizzando sistemi di fito-depurazione. 

La vasca di Novate Milanese è un esempio di vasca di prima pioggia con un volume di accumulo di 5.500 mc ed è asservita allo sfioratore di piena della rete fognaria che attualmente recapita le acque nel torrente Pudiga. 

Infine, la vasca disperdente ha una funzione di alleggerimento della rete fognaria. A differenza della vasca volano quest’opera accumula l’acqua di sfioro dalla rete e la disperde gradualmente nel suolo grazie al materiale permeabile con cui è progettata. Questa tipologia di vasca si presta a diventare un’opera di tipo naturale, come un’infrastruttura verde o nature-based solution

Esempi di vasche disperdenti sono quelle di San Giorgio su Legnano e Cantalupo che sono state oggetto di interventi di miglioramento per aumentare la capacità volumetrica e disperdente dell’infrastruttura e alleggerire ulteriormente la rete fognaria. La vasca di Sedriano è un esempio di infrastruttura complessa che combina un sistema di bacini costituito da vasca di prima pioggia, vasca volano e vasca disperdente al fine di risolvere il problema dei frequenti allagamenti della zona sud del comune in conformità ai limiti quantitativi e qualitativi di scarico. 

Dal 2021 Gruppo CAP gestisce anche alcune vasche cosiddette bianche a servizio esclusivo della rete meteorica.