Solaro, missione compiuta: i lavori del Gruppo CAP sulla rete fognaria si sono conclusi entro i termini dell’Unione Europea

Comunicato stampa 18/01/2016
Niente multe e tanti vantaggi per l’ambiente

Si è conclusa con la fine del 2015 la corsa contro il tempo per risolvere le infrazioni comunitarie sul territorio del comune di Solaro, e oggi si può finalmente dire che i lavori sono terminati, a vantaggio dell’ambiente e delle casse pubbliche, perché si sono evitate le sanzioni previste dall’Europa se i lavori non si fossero conclusi entro lo scorso dicembre.

La rete fognaria del comune di Solaro presentava alcune situazioni critiche, che sono state analizzate e risolte, con soluzioni progettuali tecnologicamente avanzate, elaborate dall’area tecnica del Gruppo CAP in collaborazione con gli uffici comunali, nell’intento di collegare alla fognatura tutte le aree del territorio, eliminando gli scarichi che ancora rimanevano nei corsi d’acqua e convogliando tutte le acque reflue al depuratore di Pero, dove vengono ripulite prima di essere restituite ai fiumi.

Gli interventi, per un investimento complessivo di oltre 300mila euro, hanno riguardato la realizzazione di nuovi tratti fognari, a volte di tipo misto e a volte di sole acque nere, necessari per il completamento del sistema di fognatura comunale. Molte le vie interessate, si è infatti lavorato in via Vecchia per Saronno, in via Resegone, in via dell’Assunta, in Vicolo Sioli e in via Paganini. Per il superamento delle problematiche legate ai livelli del terreno sono state realizzate due stazioni di sollevamento, e infine, poiché era necessario attraversare il torrente Guisa e la Strada Statale 527 (Bustese), si è utilizzata la tecnica dello Spingitubo, una nuova tecnologia cosiddetta no-dig, cioè che non necessita di scavi.

“Siamo molto orgogliosi di questo risultato – ha commentato il presidente del Gruppo CAP, Alessandro Russo -: al momento della sua nascita dalla fusione di tutte le aziende presenti sul territorio della Città Metropolitana di Milano, Il Gruppo CAP aveva da realizzare 117 interventi rientranti nella procedura di infrazione comunitaria su fognature e depuratori. Quasi 134 milioni di euro di investimenti da concludere entro la fine del 2015 per evitare le multe europee. Oggi possiamo dire che la missione è compiuta: tutto il territorio servito è uscito dall’infrazione e non dovrà pagare le multe della comunità europea. Gli interventi sul territorio di Solaro, per quanto meno corposi rispetto alle necessità di altri Comuni, le cui reti fognarie presentavano maggiori criticità, sono stati tuttavia complessi, e sono stati possibili grazie al know-how e all’impegno della nostra area tecnica, e grazie alla collaborazione dell’amministrazioni comunale, degli uffici tecnici e di tutti i cittadini in vista di un futuro migliore per il territorio”.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto da CAP rispetto alle criticità ancora presenti sul territorio del Comune di Solaro – ha commentato il sindaco Diego Manenti -. Aver chiuso in tempo utile le questioni aperte rispetto alla possibile infrazione comunitaria testimonia l’attenzione concreta al territorio e l’ambiente nonché la tempestività con cui si è lavorato. Un ringraziamento dunque a CAP e al personale dell’ufficio tecnico per il lavoro congiunto e per il risultato ottenuto.”

L’infrazione comunitaria

Per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue, la normativa di riferimento è la Direttiva 91/271/CEE recepita dall’Italia con il D. Lgs. 152/2006 (il cosiddetto Codice dell’Ambiente). La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati superiori ai 2mila abitanti equivalenti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, secondo precise scadenze temporali, ormai già passate.

Per le mancanze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059).

La depurazione ha un ruolo fondamentale in termini di protezione ambientale perché consente l’immissione nell’ambiente dei reflui prodotti solo dopo i trattamenti che rimuovono gli inquinanti. È una misura di salvaguardia per fiumi e mari, per la conservazione della biodiversità, per la tutela della salute pubblica e, infine, per la valorizzazione dei territori.

Sulla depurazione l’Italia registra un ritardo infrastrutturale grave e persistente, che si configura come una vera e propria emergenza nazionale. Numerosi Comuni italiani sono infatti sprovvisti di adeguate reti fognarie e di impianti per il trattamento dei reflui: due italiani su dieci sono senza fogne, tre su dieci senza depuratori. Il 40% dei nostri fiumi sono gravemente inquinati: ecco perché dall’Unione Europea sono in arrivo pesanti sanzioni per inadempienza alle direttive comunitarie per depurazione e fognature.