Santo Stefano Ticino: Gruppo CAP rimette a nuovo la torre dell’acquedotto

Comunicato stampa 15/06/2017

 Torna a nuova vita la torre dell’acquedotto di via Garibaldi a Santo Stefano Ticino. Grazie a un accurato restauro, il serbatoio realizzato all’inizio degli anni ‘70, libero dalle impalcature è di nuovi visibile nel centro cittadino. I lavori sono stati avviati lo scorso gennaio e sono terminati proprio in questi giorni, grazie a un investimento di circa 225mila euro. Il serbatoio, alto quasi 37 metri e che contiene circa 100mila litri d’acqua, è stato completamente ristrutturato, e l’intervento ha coinvolto anche l’area circostante dove si trova il pozzo. Da qui 30 litri di acqua potabile al secondo vengono prelevati a circa 80 metri di profondità per raggiungere tutte le case del paese, grazie a oltre 23 chilometri di rete idrica comunale.

“L’Amministrazione comunale - spiegano il Sindaco Dario Tunesi e l’Assessore all’Ambiente, Alessio Zanzottera - esprime la sua soddisfazione per la buona riuscita del progetto, realizzato grazie alla fattiva collaborazione del Gruppo CAP, che ha ridato vita a uno dei simboli della nostra cittadina. Ancora una volta si è potuto dimostrare che quando si lavora insieme, per il bene pubblico, i risultati sono certi. Questa è anche l’occasione per ricordare a tutti quale bene prezioso sia l’acqua. Cogliamo pertanto l’occasione, vista la stagione calda ormai iniziata, per sensibilizzare tutti i cittadini al corretto uso dell’acqua, evitando lo spreco di questa risorsa unica”.

I serbatoi pensili, più comunemente noti come torri degli acquedotti, sono parte del panorama dei nostri territori, siamo ormai abituati a vederli nel paesaggio, quando percorriamo le strade del Milanese, perché spiccano in altezza sulle altre costruzioni e connotano un territorio che deve tanto alla presenza dell’acqua e alla storia della sua gestione. La forma stessa di queste torri le espone però all’usura del tempo, e impone un’attenzione particolare alla loro sicurezza statica. Per questo Gruppo CAP tiene costantemente sotto controllo queste strutture delicate, programmando interventi di restauro conservativo dove necessario.

“Pochi lo sanno, ma i serbatoi sono tra le opere più importanti negli acquedotti – spiega il presidente di Gruppo CAP, Alessandro Russo –. Sono degli invasi artificiali destinati all’accumulo temporaneo e al successivo rilascio controllato dell’acqua in base alle richieste del sistema idrico”.

Il serbatoio deve quindi poter accumulare nelle ore di minor consumo, e particolarmente durante la notte, le acque che arrivano dai pozzi e restituirle durante le ore di consumo superiori alla media, in modo da fronteggiare le richieste delle ore di punta. Inoltre il serbatoio serve a garantire la stabilità della pressione nella rete: sollevando l’acqua, prima di immetterla in rete, si mantiene costante la pressione e si ottimizza il funzionamento delle pompe, consentendo anche risparmi energetici.

“E in più sono diventati simboli nell’immaginario dei cittadini, - conclude Russo - e appartengono ai nostri territori non meno della forma stessa delle colline, delle valli e delle pianure”.