Come prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti? Come contrastare fenomeni di corruzione, lavoro nero, caporalato? Se ne è parlato oggi presso la sede dell’Ordine degli Avvocati di Milano in un seminario promosso nell’ambito del progetto +Community che ha riunito avvocati, amministratori pubblici, esponenti del Tribunale e della Procura di Milano, della Prefettura e delle forze dell’ordine. Con un caso pilota, presentato come possibile modello esportabile oltre i confini dell’area metropolitana di Milano: quello del Gruppo CAP, azienda pubblica del servizio idrico integrato che dal settembre 2014 ha attivato un Protocollo di Legalità che permette alle forze dell’ordine di monitorare in tempo reale ogni cantiere e appalto gestito dall’azienda idrica.
Il convegno, introdotto dal presidente dell’Ordine degli Avvocati Remo Danovi, si è aperto con i saluti istituzionali di Roberto Bichi, presidente del Tribunale; Anna Scavuzzo, consigliere delegato all’Ambiente della Città Metropolitana di Milano e Alessandro Russo, presidente del Gruppo CAP.
“Oggi abbiamo aggiunto un importante tassello al progetto +Community, programma strategico della Città Metropolitana di Milano che promuove il miglioramento delle azioni nel campo della tutela e valorizzazione ambientale, oltre che dello sviluppo economico, per migliorare i servizi resi ai cittadini e alle imprese, in collaborazione con numerosi partner – dichiara Anna Scavuzzo -. Voglio ringraziare i relatori e i partecipanti al seminario di oggi che ci permette di toccare con mano l'importanza della sinergia e della condivisione di “buone prassi” tra realtà produttive e istituzioni. Tale sinergia fra realtà pubbliche e private è un punto qualificante l’azione della Città Metropolitana, che oggi interpreta con CAP e la Prefettura un ruolo di primo piano nella promozione della legalità, al fianco di tutte quelle imprese che hanno a cuore l’impegno di lavorare a opere di interesse pubblico lontano dal malaffare e dalla corruzione. Gli strumenti tecnologici a disposizione possono dare un contributo sostanziale alla lotta alle infiltrazioni malavitose: è un impegno importante anche per tutelare l’attività delle numerose aziende virtuose che costituiscono il tessuto imprenditoriale più sano e vitale del nostro territorio”.
Proprio l’innovazione tecnologica sta alla base del Protocollo di Legalità del Gruppo CAP, che prevede l’utilizzo di un’apposita piattaforma informatica, illustrata oggi dal direttore Information technology Michele Tessera, che raccoglie le informazioni relative ai cantieri e all’intera filiera delle imprese coinvolte, permettendo l’accesso ai dati in tempo reale alle
forze dell’ordine. “On line confluiscono i dati di tutti i cantieri di CAP – spiega il direttore generale Michele Falcone -, una delle maggiori stazioni appaltanti pubbliche del territorio grazie a un piano investimenti da 560 milioni di euro tra il 2015 e il 2020, con una media di 100 cantieri attivi ogni giorno sull’area metropolitana di Milano”. “In virtù di questi numeri, che ci impegnano a intervenire a macchia di leopardo sul territorio per estendere reti idriche o potenziare impianti, abbiamo collaborato con la Prefettura per adottare uno strumento che possa agevolare le verifiche delle forze dell’ordine sulla regolarità dei cantieri – continua il presidente Alessandro Russo -. La legalità è al centro della nostra mission, e in questo protocollo si coniuga con le potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica”.
Il Protocollo - sottoscritto tra Gruppo CAP, Prefettura di Milano, Direzione Territoriale del Lavoro, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali di categoria - è stato anche citato come best practice ed esempio di water integrity da Gwopa (Global Water Operators Partnership Alliance), l’organizzazione internazionale sostenuta dalle Nazioni Unite.
Grazie al nuovo Codice degli Appalti, i controlli nel settore degli appalti pubblici sono diventati ancora più stringenti. Un giro di vite utilissimo per garantire la legalità, insieme agli strumenti che possono essere messi in campo a livello locale per prevenire le infiltrazioni. “Gli avvocati intendono contribuire alla riforma del Codice degli appalti su tre fronti – spiega Remo Danovi, presidente dell’Ordine degli Avvocati - l’applicazione delle nuove regole, in sintonia con le linee guida dell’Anac; la formazione dell’Albo dei commissari; lo snellimento del contenzioso, attraverso gli istituti alternativi - dagli accordi, alle transazioni e agli arbitrati - previsti e potenziati dalla riforma”.
Gli interventi del convegno sono stati moderati da Michele Falcone, direttore generale del Gruppo CAP: Roberto Pellicano, del Dipartimento reati contro la Pubblica amministrazione della Procura di Milano, si è concentrato sul rapporto esistente tra le attività di prevenzione e di repressione in materia di corruzione; Cecilia Saluzzi, direttore dell’area appalti del Gruppo CAP, ha riassunto i requisiti del nuovo Codice degli Appalti; Giusi Massa della Prefettura ha presentato la normativa sulla documentazione antimafia; il Maggiore Massimiliano Corsano, comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambiente di Milano, ha esposto il quadro degli interessi illeciti connessi alla criminalità organizzata; Italia Pepe, direttore generale dell’ATO Città Metropolitana, ha illustrato i controlli messi in campo in materia ambientale; mentre Michele Tessera, direttore IT di Gruppo CAP, ha presentato il funzionamento della piattaforma Webgis che ha consentito l’avvio del Protocollo di Legalità.