Missione compiuta: conclusi tutti i lavori sulla fognatura di Mediglia Evitate le sanzioni e migliorata la qualità ambientale

Comunicato stampa 20/01/2016

Una vera e propria corsa contro il tempo, quella per risolvere le infrazioni comunitarie sul territorio del Comune di Mediglia, ma oggi si può finalmente dire che i lavori sono terminati, a vantaggio dell’ambiente e delle casse pubbliche, perché si sono evitate le sanzioni previste dall’Europa se i lavori non si fossero conclusi entro il 31 dicembre 2015.

La rete fognaria del comune di Mediglia presentava diverse situazioni critiche, che sono state analizzate e risolte negli ultimi anni, con soluzioni progettuali tecnologicamente avanzate, elaborate dall’area tecnica del Gruppo CAP in collaborazione con gli uffici comunali, nell’intento di collegare alla fognatura tutte le aree del territorio, eliminando gli scarichi che ancora rimanevano nei corsi d’acqua e convogliando tutte le acque reflue al depuratore di San Giuliano Milanese Est, dove vengono ripulite prima di essere restituite ai fiumi.

In particolare i lavori, che hanno comportato un investimento di 2,5 milioni di euro, comprendono un collettore della lunghezza complessiva di circa 700 mt, realizzato in parte in sotterraneo a profondità elevate, con la tecnologia del microtunneling che consente di realizzare opere nel sottosuolo senza spaccare il manto stradale, e in parte a cielo aperto. La conduttura attraversa il fiume Lambro partendo dal terminale fognario in località Cascina Resega di Mediglia dove i liquami vengono deviati al depuratore. L’intervento consentirà di migliorare l’ambiente circostante e in particolare la qualità della roggia Balbura affluente del fiume Lambro, con un indubbio beneficio ambientale.

“Siamo molto orgogliosi di questo risultato – ha commentato il presidente del Gruppo CAP, Alessandro Russo -: al momento della sua nascita dalla fusione di tutte le aziende presenti sul territorio della Città Metropolitana di Milano, Il Gruppo CAP aveva da realizzare 117 interventi rientranti nella procedura di infrazione comunitaria su fognature e depuratori. Quasi 134 milioni di euro di investimenti da concludere entro la fine del 2015 per evitare le multe europee. Oggi possiamo dire che la missione è compiuta: tutto il territorio servito è uscito dall’infrazione e non dovrà pagare le multe della comunità europea. Gli interventi sul territorio di Mediglia sono stati complessi, e sono stati possibili grazie al know-how e all’impegno della nostra area tecnica, e soprattutto grazie alla collaborazione dell’amministrazioni comunale, degli uffici tecnici e di tutti i cittadini, nella comprensione che questi lavori hanno una grande utilità dal punto di vista ambientale (e anche economico visti gli importi delle multe in caso di non rispetto delle imposizioni europee), e che è inevitabile creare qualche disagio alla cittadinanza, in vista di un futuro migliore per il territorio".

Soddisfatti il sindaco Paolo Bianchi e l’assessore ai lavori pubblici Gianni Fabiano: “Un'altra sfida vinta! Grazie all'impegno di tutte le parti in causa siamo riusciti a rispettare i termini del 31/12/2015 imposti dalla Comunità Europea per evitare le multe Comunitarie relative a fognature e depuratori. Siamo orgogliosi come Amministrazione di aver dato a Mediglia e quindi ai Medigliesi un'opera importante e tecnicamente all'avanguardia che migliora notevolmente le condizioni di vita sul nostro territorio a livello ambientale e quindi nel pieno rispetto degli impegni presi da questa Amministrazione. Know-how, professionalità, rispetto del territorio e sinergia tra gli Enti interessati al progetto hanno fatto la differenza dimostrando quanto di buono si può fare se si lavora a stretto contatto, pertanto il mio/nostro più sentito ringraziamento oltre allo Staff Comunale va al Gruppo CAP per l'impegno e la collaborazione dimostrata in questi ultimi anni”.

L’infrazione comunitaria

Per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue, la normativa di riferimento è la Direttiva 91/271/CEE recepita dall’Italia con il D. Lgs. 152/2006 (il cosiddetto Codice dell’Ambiente). La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati superiori ai 2mila abitanti equivalenti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, secondo precise scadenze temporali, ormai già passate.

Per le mancanze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059).

La depurazione ha un ruolo fondamentale in termini di protezione ambientale perché consente l’immissione nell’ambiente dei reflui prodotti solo dopo i trattamenti che rimuovono gli inquinanti. È una misura di salvaguardia per fiumi e mari, per la conservazione della biodiversità, per la tutela della salute pubblica e, infine, per la valorizzazione dei territori.

Sulla depurazione l’Italia registra un ritardo infrastrutturale grave e persistente, che si configura come una vera e propria emergenza nazionale. Numerosi Comuni italiani sono infatti sprovvisti di adeguate reti fognarie e di impianti per il trattamento dei reflui: due italiani su dieci sono senza fogne, tre su dieci senza depuratori. Il 40% dei nostri fiumi sono gravemente inquinati: ecco perché dall’Unione Europea sono in arrivo pesanti sanzioni per inadempienza alle direttive comunitarie per depurazione e fognature.