PA/OCSE: Le società pubbliche funzionano meglio se garantiscono la partecipazione dei cittadini

Comunicato stampa 09/09/2015
Lo spiega l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico,presente al convegno idrico sullo stakeholder engagement promosso da Gruppo CAP e WATER ALLIANCE, ieri in Cascina Triulza in EXPO

Milano 09-09-2015| Aziende pubbliche sinonimo di inefficienza e spreco? Niente affatto, soprattutto se sono capaci di dotarsi di strumenti di partecipazione e di inclusione degli stakeholder. A certificarlo è l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, nella ricerca “Stakeholder Engagement for Inclusive Water Governance” presentata ieri per la prima volta in Europa durante un convegno promosso in EXPO da Gruppo CAP e Water Alliance, presso Cascina Triulza.

Una politica di stakeholder engagement può aiutare a ottimizzare le risorse ed è in grado di generare servizi più innovativi riducendo i costi di gestione – spiega Delphine Clavreul, Policy Analyst di OCSE –. In particolare il 29% dei 32 governi nazionali, e il 40 % dei 27 fornitori di servizi intervistati ha riferito un risparmio di costi come un vantaggio importante derivante dal coinvolgimento degli stakeholder . A ciò si aggiungono benefici ambientali e sociali, una maggiore coesione e fiducia tra i cittadini, e una diminuzione dei contenziosi”.

Nel mondo si registra la tendenza al passaggio dalla gestione privata alla gestione pubblica nel servizio idrico, ciò dà vita a un rapporto sinergico in cui il cittadino è al centroconferma Alessandro Russo, coordinatore di Water Alliance e Presidente del Gruppo CAP –. La rete di Water Alliance nasce proprio per questo: creare sinergie e studiare insieme soluzioni sostenibili in grado di offrire un servizio sempre migliore grazie alla condivisione e al potenziamento di strumenti, risorse e conoscenze. Uniti, rappresentiamo una delle più importanti aziende pubbliche italiane del servizio idrico. Entro fine anno – continua Russo - moltissimi territori dovranno realizzare gli investimenti per mettere a norma la depurazione ed evitare le sanzioni europee, e la squadra lombarda vuole dare una risposta concreta al problema creando un maxi polo, anche dal punto di vista finanziario, per affrontare meglio lavori e investimenti”.

L’incontro è stato anche l’occasione per conoscere più da vicino il caso dell’azienda unica e pubblica Scottish Water raccontato dal Team Leader del governo scozzese Jon Rathjen: “Negli ultimi dieci anni siamo riusciti a ridurre i costi delle bollette grazie gli stakeholder con i quali abbiamo definito il giusto prezzo per la qualità dell’acqua che offriamo. In Scozia oggi si pagano 350 sterline all’anno per nucleo familiare: è una cifra molto maggiore rispetto a quella italiana, ma decisamente inferiore alla media inglese che si attesta su 400 sterline”.

WATER ALLIANCE – ACQUE DI LOMBARDIA

Water Alliance – Acque di Lombardia è la prima joint venture contrattuale tra aziende idriche in house della Lombardia. Il progetto è stato avviato da Gruppo CAP, BrianzAcque, Uniacque, Padania Acque, Gruppo Lario Reti, SAL e Pavia Acque, sette aziende in house che insieme garantiscono un servizio di qualità a oltre 5 milioni di abitanti (più della metà dei cittadini lombardi) e che hanno deciso di fare squadra per coniugare il radicamento sul territorio e le migliori pratiche nella gestione pubblica dell'acqua. Il progetto ha il patrocinio di ANCI Lombardia e Confservizi Lombardia. Come aggregato, nel settore idrico le sette aziende sono seconde in Italia solo ad ACEA. Insieme servono poco meno di 900 Comuni, dove erogano ogni anno oltre 500 milioni di metri cubi d’acqua, con 24.727 km di rete di acquedotto e 2.733 pozzi. I depuratori sono 508, ai quali confluiscono quasi 20mila km di rete fognaria. I ricavi complessivi superano i 630 milioni. Nei prossimi cinque anni, le sette aziende investiranno 800 milioni di euro: uno sforzo che si concentra in gran parte nell’impegno per mettere a norma depuratori e fognature, e risolvere così il grave deficit infrastrutturale che vede ancora l’Italia sotto procedura di infrazione comunitaria.