Il giallo non è ancora risolto ma – per riprendere la metafora usata in conferenza stampa dal sindaco Roberto Colombo – “il colpevole sicuramente non è il maggiordomo”: maggiordomo in questo caso è il depuratore di Canegrate, per anni ingiustamente identificato come la fonte degli odori che affliggono i cittadini.
Il sindaco ha ripercorso i fatti: “da molto tempo i cittadini di Canegrate si lamentano per odori persistenti e fastidiosi, e in molti hanno sostenuto che provenissero dal depuratore comunale, gestito dal Gruppo CAP. Per questo, e grazie a un investimento da 30mila euro di CAP, si è avviata un’indagine, affidata a un’azienda esterna, locale e molto competente nel settore, che, pur non individuando, ad oggi, la fonte certa degli odori, ha escluso che possano provenire dal depuratore”.
Il 25 settembre si terrà a Canegrate un incontro pubblico per illustrare ai cittadini i risultati dell’indagine, intanto – spiega il presidente del Gruppo CAP Alessandro Russo – “abbiamo di fronte un ottimo esempio di come possa funzionare bene la filiera comunicativa anche in un territorio vasto e complesso: i cittadini riportano un problema al sindaco, che contatta l’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato e insieme, azienda e amministrazione, mettono in campo uno sforzo importante in termini di tempo e risorse per individuare le cause dei problemi e le possibili soluzioni. I risultati dell’indagine tornano poi ai cittadini attraverso la stampa e un incontro pubblico”.
Già a partire dal 2000 era stato fatto un ingente investimento sul depuratore di Canegrate, che ha visto negli anni la progressiva copertura di tutti gli ambienti dove si svolgono lavorazioni che avrebbero potuto produrre odori fastidiosi. I lavori si sono conclusi nel 2013 e oggi tutti gli ambienti del depuratore sono provvisti di coperture e sistemi di limitazione delle emissioni.
Poiché tuttavia gli odori persistono, si è avviata un’indagine tramite i “nasi elettronici”, strumenti che simulano il processo mentale di memorizzazione e riconoscimento del sistema olfattivo umano: come i nostri recettori mandano un messaggio elettrico al nostro cervello, i sensori dello strumento inviano un segnale elettrico al computer, che elabora, memorizza e riconosce la caratteristiche del campione. L’utilizzo di questa tecnica di misura ha l’obiettivo di classificare l’odore, in sostanza memorizzare l’impronta digitale del campione che è la risultante di una miscela di innumerevoli composti, così che sia confrontabile con quella di altri campioni.
“L’analisi – ha spiegato l’assessore all’ambiente Vito Spirito - ha dunque visto il campionamento di tutti gli odori prodotti nell’impianto di depurazione - tutti i prelievi nel depuratore sono stati eseguiti all’interno delle aree durante le normali e quotidiani trattamenti e operazioni di lavoro - e il confronto con i campioni prelevati nelle zone del paese dove si riscontrano i maggiori problemi.
La totalità degli odori registrati sul territorio comunale, nelle due aree scelte a campione poiché sono le più problematiche dal punto di vista degli odori sgradevoli, risulta essere di provenienza da emissione diversa da quelle registrate al depuratore: le impronte digitali dei campioni sono completamente diverse. La conclusione dell’indagine è la seguente: nel periodo di indagine 30 Giugno – 20 Luglio 2015 non si sono mai rilevate dispersioni oggettivamente riconducibili ad aree di pertinenza del depuratore”.
Gli odori rimangono di origine sconosciuta, si è potuto solo escludere il depuratore ma il Gruppo CAP ha confermato al sindaco la propria disponibilità a collaborare con l’amministrazione nel prosieguo dell’indagine, per arrivare ad accertare la fonte e quindi a individuare una soluzione. “Questa vicenda dimostra- conclude Russo - che è possibile mantenere un rapporto stretto e diretto col territorio servito, a vantaggio dei cittadini che, tramite i loro sindaci, sono i nostri veri Soci, anche per un’azienda di dimensioni importanti, che ha quindi la capacità di realizzare gli investimenti necessari alla gestione del servizio idrico integrato”.