Controlli stringenti e innovazione tecnologica. Cosi' Gruppo CAP va a caccia degli scarichi non a norma

Comunicato stampa 13/01/2016
Tecnologia e controllo capillare del territorio. Così Gruppo CAP, dopo aver risolto in tutto il territorio l’infrazione comunitaria, lancia un’azione a tutto campo in difesa dell’ambiente.

Una mappatura completa e una verifica capillare degli scarichi fognari non a norma sul territorio milanese e l’ammodernamento tecnologico dei depuratori in difesa dell’ambiente. Sono questi gli obiettivi del Gruppo CAP, l’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico in tutta l’area della Città Metropolitana.  I tecnici del Gruppo CAP, che al 31 dicembre hanno raggiunto il grande obiettivo di risolvere tuti i casi di infrazione comunitaria consentendo di evitare le salate multe della UE, sono al lavoro da mesi con le più moderne tecnologie.

“Si tratta di uno sforzo enorme a cui l’area tecnica di Gruppo CAP sta lavorando da mesi. Un controllo stringente e un monitoraggio capillare del territorio alla caccia di scarichi non autorizzati che spesso versano liquami nelle rogge e nei canali. Per questo chiediamo l’aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini, dei comitati, delle associazioni ambientaliste e delle amministrazioni comunali – dice Alessandro Russo Presidente di Gruppo CAP   – perché siano, insieme a noi, le sentinelle del territorio in cui viviamo e che ci sta a cuore”.

Un lavoro di intelligence e di controlli che coinvolge a 360° tutta l’area della città metropolitana; un primo focus è partito nel sud Milano, in particolare nell’area di Assago. E’ su questa zona, infatti, che insiste uno dei depuratori più importanti che sta subendo quello che in linguaggio tecnico si chiama ‘revamping’. Un profondo rinnovamento tecnologico che prevede un investimento di 21 milioni di euro per potenziare il depuratore che oggi è diventato sottodimensionato rispetto all’evoluzione dell’agglomerato urbano, e che a fine lavori potrà servire 160mila abitanti equivalenti. Lavori iniziati nel luglio 2014 e che si concluderanno all’inizio del 2017.

Allo stesso tempo è partito il rilievo della rete fognaria per individuare, mappare, e soprattutto sanare, gli scarichi nelle rogge Corio e Pobbiera, all’origine degli sversamenti segnalati dai cittadini. Il primo passo è l’ispezione capillare di 4 km di roggia per arrivare a individuare tutti gli scarichi fognari non a norma e programmare gli interventi necessari per evitare gli sversamenti nei corsi d’acqua e garantire un ambiente migliore. Già le prime ricognizioni hanno permesso di escludere con certezza che i fenomeni di inquinamento della roggia Corio siano attribuibili a un malfunzionamento della rete fognaria di Assago o al depuratore. È invece probabile che siano causati da scarichi fognari diretti nella roggia Pobbiera, che a sua volta confluisce nella roggia Corio. Scarichi che ora saranno censiti da CAP, in modo che si possano avvisare le autorità competenti e poi pianificare gli interventi di risoluzione del problema.

 

Il depuratore di Assago

I lavori di ampliamento e adeguamento del depuratore di Assago sono iniziati il 3 luglio 2014. Si tratta di uno degli interventi più corposi gestiti in questi mesi dal Gruppo CAP sul fronte della depurazione, con un investimento di 21 milioni di euro dei quali 14 direttamente finanziati dall’azienda, nel segno della tutela dell’ambiente. L’obiettivo è adeguare la capacità di trattamento dell’impianto, per portarlo a servire 160mila abitanti equivalenti contro i 105mila attuali. Il depuratore era stato costruito nel 1985, in un’epoca in cui i limiti allo scarico erano quelli stabiliti dalla Legge Merli. La normativa attuale prevede limiti più restrittivi, in piena sintonia con la maggiore consapevolezza di quanto sia indispensabile abbattere l’impatto delle attività umane, e quindi anche degli scarichi fognari, sull’ambiente in cui viviamo. Oltre ad Assago, il depuratore serve anche i comuni di Cesano Boscone, Corsico, Buccinasco. L’impianto utilizzerà le tecnologie più avanzate del settore, per conseguire una bassa produzione di fanghi, ridurre le emissioni nell’ambiente idrico, e abbassare le emissioni in atmosfera.

L’intervento ha ricevuto tutte le autorizzazioni degli Enti preposti ai controlli (Città Metropolitana di Milano e ARPA Lombardia) che hanno concesso le necessarie deroghe temporanee al rispetto dei limiti allo scarico, per le fasi in cui le singole sezioni oggetto di intervento devono essere poste fuori servizio per consentire i lavori.  In questa fase, quindi, il depuratore funziona solo parzialmente, e gli scarichi vengono puntualmente monitorati, effettuando prelievi di controllo con cadenza settimanale. I risultati delle ultime analisi sullo scarico effettuate da ARPA evidenziano il rispetto dei limiti previsti dalla normativa.

La depurazione ha un ruolo fondamentale in termini di protezione ambientale perché consente l’immissione nell’ambiente dei reflui dopo i trattamenti che rimuovono gli inquinanti. È una misura di salvaguardia per fiumi e mari, per la conservazione della biodiversità, per la tutela della salute pubblica e, infine, per la valorizzazione dei territori. Sulla depurazione l’Italia registra un ritardo grave e persistente, una vera e propria emergenza nazionale: due italiani su dieci sono senza fogne, tre su dieci senza depuratori. Il 40% dei nostri fiumi sono gravemente inquinati: ecco perché dall’Unione Europea sono in arrivo pesanti sanzioni. Il Gruppo CAP fin dalla sua nascita si è attivato con 117 interventi e 134 milioni di euro di investimenti per risolvere l’infrazione a vantaggio dell’ambiente. L’intervento al depuratore di Assago rientra proprio in questa programmazione ed è uno dei cantieri che hanno richiesto più tempo e sforzi economici.