La previsione delle Nazioni Unite al 2030 vede un calo del 40% della disponibilità d’acqua, a meno che non venga migliorata in modo significativo la gestione della risorsa: un imperativo emerso con urgenza anche a COP21, la conferenza sul clima che si è chiusa pochi giorni fa a Parigi e che ha dettato le linee da seguire per contenere l’impatto dei cambiamenti climatici. Di questa e delle altre sfide che attendono i gestori idrici si è parlato ieri a Ginevra, nel consiglio di amministrazione di APE, l’associazione internazionale Aqua Publica Europea che raccoglie gli operatori pubblici del servizio idrico. Oggi le aziende iscritte sono più di 50, alle quali si aggiungono alcune associazioni nazionali in rappresentanza degli operatori pubblici spagnoli e tedeschi. Le aziende di APE garantiscono il servizio idrico ad oltre 80 milioni di abitanti in 8 paesi diversi, dal Portogallo alla Scozia, passando per Spagna, Francia, Italia, Svizzera, Belgio e Germania, generando un fatturato complessivo di 5 miliardi all’anno, che si traducono in cantieri aperti sul territorio per realizzare pozzi, estendere reti, potenziare depuratori, e più in generale nella garanzia per i cittadini di avere a disposizione un servizio efficiente, solidamente gestito da operatori pubblici, direttamente controllati dagli Enti Locali.
Nel vertice di ieri a Ginevra sono state anche riassegnate le cariche interne all’associazione, dopo il rinnovo del Cda avvenuto in ottobre a Parigi. Confermata alla presidenza Célia Blauel, presidente di Eau de Paris e vicesindaco di Parigi con delega ai temi ambientali, alla vicepresidenza è stato nominato Alessandro Russo, presidente di Gruppo CAP. Del Cda fanno parte altri tre delegati per l’Italia: Paolo Romano per SMAT (Torino), Nicola Costantino per Acquedotto Pugliese (Bari) e Paola Briani per Viveracqua (Verona). “È un incarico che assumo con entusiasmo e con passione – commenta Alessandro Russo -. Oggi le nostre aziende hanno più che mai bisogno di confrontarsi per trovare insieme le migliori soluzioni tecnologiche e manageriali per rispondere alle sfide che riguardano la gestione dell’acqua. L’impegno per la mitigazione dei cambiamenti climatici dovrà essere il filo conduttore nel nostro operato dei prossimi anni: come gestori pubblici abbiamo il dovere di investire in innovazione e ricerca per individuare le risposte migliori al clima che cambia, per garantire a tutti il diritto a un’acqua sicura e di qualità”. Una sfida che il Gruppo CAP ha deciso di affrontare lanciando, lo scorso novembre, il programma CAP 21 – Impegni di sostenibilità, che prevede 21 azioni concrete per abbattere il proprio impatto ambientale e contribuire alla lotta al climate change.
Le aziende italiane associate alla rete internazionale di Aqua Publica Europea includono anche Abbanoa (Cagliari), MM (Milano), SAL (Lodi), Uniacque (Bergamo), Brianzacque (Monza) e recentemente si sono aggiunte Padania Acque (Cremona) e ABC, l’azienda Acqua Bene Comune di Napoli.