Le Smart City e la gestione sostenibile delle acque meteoriche

Comunicato stampa 28/02/2019

Gruppo CAP ha partecipato al seminario promosso da ATO Milano e FAST: un momento di scambio e confronto con enti locali, istituzioni, esperti accademici della Lombardia per fare il punto su tecniche e strumenti di drenaggio urbano

Qual è oggi il rapporto tra città e acqua? Quali sono i sistemi di drenaggio urbano sostenibile in grado di valorizzare l’effettiva capacità del territorio e il riutilizzo delle acque meteoriche? Come ridurre l’impatto dei fenomeni idrogeologici sia sui corpi idrici superficiali (fiumi e corsi d’acqua) sia sulle reti fognarie? Quali sono gli strumenti per attuare l’invarianza idraulica nei piani di urbanizzazione del territorio lombardo?

Sono questi i quesiti ai quali, a un anno dall’entrata in vigore del “Regolamento regionale sull’invarianza idraulica” (DGR n. 7372 del 20/11/2017), si è cercato di dare risposta nel corso del seminario “Sistemi di drenaggio urbano aspetti funzionali e ambientali”, tenutosi ieri mercoledì 27 febbraio e promosso dall’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) della Città Metropolitana di Milano e da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato dei 200 comuni dell’area milanese, nella sede milanese di Fast, la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche.

L’applicazione del principio di invarianza idraulica indica a tutti noi la strada per avviare una governance sostenibile dell’acqua, possibile solo grazie alle buone pratiche, dichiara Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Ecco perché Gruppo CAP ha messo a disposizione il suo know how per offrire ai Comuni una consulenza mirata su tecniche e metodi di attuazione più efficienti nello sviluppo delle pianificazioni territoriali”.

Il complesso rapporto tra acqua e città va gestito infatti attraverso un approccio mirato, mettendo a disposizione delle amministrazioni comunali e degli enti territoriali le competenze tecniche dei gestori del servizio idrico integrato e l’esperienza accademica.

In questo senso le città devono ripensare gli spazi in funzione del nuovo paradigma sull’invarianza idraulica, che ha imposto alle amministrazioni comunali l’adozione di parametri e interventi mirati alla predisposizione dei piani urbanistici che tutelino l’ambiente la e cittadinanza dai rischi idrogeologici.

Gli obiettivi che si intendono perseguire nei prossimi anni, ha spiegato Egidio Fedele Dell’Oste, presidente ATO della Città metropolitana di Milano, saranno la promozione dell’uso razionale e sostenibile dell’acqua, l’incremento della capacità di volanizzazione dei sistemi idraulici urbani, la promozione dell’uso e il riuso delle acque di qualità inferiore a quella potabile, l’incentivazione dell’economia circolare e l’attivazione di sinergie con altri settori come quello dei rifiuti, dell’energia, della gestione dei corpi idrici”.

Ed è proprio l’adozione delle più efficienti tecniche di drenaggio a garantire i più alti standard di sicurezza idraulica e il miglioramento della qualità delle nostre risorse idriche, l’aumento delle biodiversità. Tra le soluzioni più virtuose, si possono annoverare le cosiddette “natured based solution”, infrastrutture green che permettono infiltrazioni come i tetti verdi o il riutilizzo del reticolo rurale come nel caso della città metropolitana, o ancora sistemi di contenimento delle acque meteoriche. Tutte soluzioni che permettono di affrontare la sfida dei cambiamenti climatici con un approccio environment friendly.

Tema portante intorno al quale si sono alternati tutti gli interventi dei relatori, è quello della sfida ai cambiamenti climatici, da cui parte oggi ogni riflessione di carattere ambientale. Una questione più che mai urgente: basti pensare che negli ultimi otto anni, il nostro Paese è stato colpito da 340 fenomeni metereologici estremi, distribuiti in 198 comuni (Fonte: Legambiente); e che in Lombardia Il 6% della popolazione regionale è esposta a rischio idrogeologico.