Gruppo CAP sperimenta il metano prodotto dai reflui fognari

Comunicato stampa 29/09/2016
Il primo distributore di biometano a km 0 presentato in Lifegate con il supporto scientifico del CNR

Sta per nascere a Milano il primo distributore italiano di metano a km 0 dal quale sarà presto possibile fare rifornimento con il gas prodotto dai reflui fognari della città metropolitana. Fare il pieno con l’acqua non è dunque più un sogno grazie agli sforzi di innovazione di Gruppo CAP e oggi, durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità e del Bilancio ambientale dell’utility milanese, se n’è avuta prova. Un’autovettura a metano, grazie alla collaborazione tecnologica di FCA, è stata alimentata con il carburante prodotto dai reflui fognari trattati nel depuratore di Niguarda-Bresso.

L’azienda che gestisce acquedotto, fognatura e depurazione nella Città Metropolitana di Milano, ha infatti spinto l’acceleratore sull’economia circolare e sta trasformando i principali dei suoi circa 60 depuratori in bioraffinerie in grado di produrre ricchezza dalle acque di scarto. Biometano, fertilizzanti, energia elettrica sono già realtà e presto sarà possibile estrarre nutrienti come fosforo e azoto. Presso il depuratore di Cassano D’Adda è stata avviata una produzione sperimentale di fertilizzante, mentre dal sito a nord di Milano le acque convogliate al depuratore permetteranno di far viaggiare centinaia di automobili.

In base agli studi dei tecnici CAP, si stima infatti che il solo depuratore di Bresso potrebbe arrivare a sviluppare una produzione annua di biometano di 341.640 kg, sufficienti ad alimentare 416 veicoli per 20 mila km all’anno: 8.320.000 km percorribili complessivi, equivalenti a oltre 200 volte la circonferenza della Terra. Significativi anche i risparmi grazie al costo di produzione di 0,58 €/kg, sensibilmente inferiore ai circa 0,9 €/kg a cui il metano è oggi acquistabile sul mercato. Grazie a questo immenso potenziale energetico, disponibile ma attualmente non sfruttato, il depuratore di Niguarda-Bresso potrebbe comodamente alimentare da solo l’intero parco auto aziendale CAP, permettendo di conseguire al contempo un importante contenimento dei costi oggi sostenuti per l’acquisto di carburante.

“Puntare sulla sostenibilità per una grande azienda pubblica come CAP significa prima di tutto innovare, sperimentare e progettare il futuro delle nostre città. Un futuro in cui l’acqua e l’energia saranno sempre più preziose – racconta Alessandro Russo, Presidente di Gruppo CAP –. Trasformare i depuratori in bioraffinerie in cui dall’acqua sporca nascono nuovi prodotti, riaprire i canali e le rogge costruiti nel medioevo per ridurre l’impatto delle bombe d’acqua, mettere in campo le tecnologie più avveniristiche per il controllo dell’acqua potabile e della falda, sono tutte tessere del mosaico di sostenibilità che CAP sta componendo con la grande collaborazione delle istituzioni e degli stakeholder. Questa bellissima giornata in cui tutti insieme presentiamo il frutto di questo lavoro appassionante ci riempie di orgoglio.”

Enea, Fondazione Triulza, Kyoto Club, FCA, Agenzia Contrasto sono stati i protagonisti insieme a numerosi stakeholder del dialogo su Acqua e Metropoli che Gruppo CAP ha lanciato insieme a LifeGate, per raccontare il bilancio di sostenibilità e il bilancio ambientale 2015, quest’ultimo una novità che ha pochissimi esempi in Italia.

 

“Siamo lieti di ospitare questa iniziativa di Gruppo CAP – dichiara Enea Roveda CEO di LifeGate – e promuovere questa partnership tecnologica che rappresenta una concreta traduzione dei principi dell’economia circolare e della mobilità sostenibile a tutto vantaggio delle persone, valori da sempre sostenuti attivamente da LifeGate.”

 

“Il premio Top Utility sulla sostenibilità più che un traguardo è stato per noi un trampolino di lancio per fare ancora meglio – spiega Michele Falcone, direttore generale di CAP -. Abbiamo lanciato CAP21, una cornice che racchiude i grandi progetti di sostenibilità, e i numeri della nostra rendicontazione parlano chiaro. In campo ci sono più di 455 milioni di euro in investimenti che spaziano dall’efficientamento dei depuratori, al potenziamento di acquedotti e reti fognarie, con risparmi ambientali significativi e risultati importanti in termini di tutela della qualità dell’acqua, difesa della biodiversità e riduzione della CO2 immessa in atmosfera.”

Metano e biometano in Italia

 

 

 

 

 

Carburante erogato

1.000.100.000 mc3

 

 

Distributori stradali

1.100

 

 

Veicoli circolanti

980.000 (7mo paese al mondo, 1mo in Europa)

 

 

Addetti

20.000

 

 

Fatturato

1,7 mld €

 

 

% carburanti da rinnovabili nel 2020

10%

 

 

Impianti di biogas

1.555

 

 

Prod. attuale complessiva biogas:

2,5 mld mc3/anno

 

 

Di cui digestato

35.000.000 mc3

 

 

Di cui da fibre

3.000.000 mc3

 

 

Bioraffinerie attive

6

 

 

Prod. potenziale complessiva biometano

8 mld mc3/anno entro il 2030

 

 

 

F.te: Biometano: la partenza di una filiera italiana, A cura di CIB – Consorzio Italiano Biogas (2015)

Il Biometano dai reflui fognari

 

La sperimentazione di CAP

La sperimentazione di CAP, condotta con CNR e che vede la collaborazione tecnologica di FCA, prevede il trattamento dei fanghi residui della depurazione di tipo biologico a schema classico (fanghi attivi) per via anaerobica e la trasformazione in biogas. Successivamente il biogas viene purificato attraverso la tecnologia a membrane che può garantire biometano di ottima qualità (95,0-99,0 vol%). L’obiettivo della sperimentazione è quello di realizzare una serie di campionamenti e di verifiche analitiche sia sul biometano prodotto che sugli off-gas generati ed immessi in atmosfera coinvolgendo i diversi Enti interessati con la finalità di valutare l’immissione in rete del gas naturale e l’utilizzo come combustibile per i trasporti, mediante veri e propri distributori di carburante simile a quello oggetto di sperimentazione.

Cos’è il biometano

Il biometano è un gas che contiene almeno il 95% di metano ed è prodotto da fonti rinnovabili. Deriva dal biogas prodotto dalla digestione anaerobica (in assenza di ossigeno) di biomasse in ambiente controllato (digestore) o in discarica, in seguito alla decomposizione dei rifiuti, o dal gas derivante dalla gassificazione delle biomasse. Sottoposto a un processo di purificazione e di upgrading, raggiunge la qualità del gas naturale e, rispettando le caratteristiche chimico-fisiche previste nelle direttive dell'AEEGSI, è idoneo alla successiva fase di compressione per l'immissione nella rete del gas naturale.

Perché il biometano

La strada della produzione di biometano dal biogas offre una serie di vantaggi:

Lotta al cambiamento climatico

Il metano ottenuto dal biogas è in grado di sostituire perfettamente quello di origine fossile e può così contribuire alla riduzione dei gas serra.

Riduzione della dipendenza dalle importazioni

L’Italia, secondo importatore al mondo di gas naturale, ne importa 70 miliardi di metri cubi. Il biometano potrebbe compensare il progressivo esaurimento del metano estratto in Italia, che rappresenta circa il 10% del consumo.

Sviluppo dell’economia locale

La produzione di biogas crea posti di lavoro, nella logistica, nella progettazione e costruzione di impianti.

Un circuito chiuso

I fanghi di depurazione che servono per alimentare l’impianto provengono da reflui generati utenze situate nelle vicinanze e “vengono comunque prodotti”. Perché non valorizzarli?

Il biometano immesso in rete può sopperire alle esigenze di consumo locali, risparmiando al sistema i costi di trasporto gravanti sul gas naturale, che è, per la parte preponderante, importato dall’estero.

Una fonte rinnovabile programmabile

Il biogas e il biometano possono essere prodotti continuativamente per tutto l’anno. Essi possono essere vantaggiosamente impiegati per compensare le indisponibilità delle fonti energetiche non programmabili, come l’eolico o il fotovoltaico. Questa fonte energetica può in un futuro divenire una pedina fondamentale nella costruzione di reti intelligenti (Smart Grid) basate su fonti rinnovabili, sia elettriche che di gas.

Massima flessibilità

L’immissione di biometano in rete offre la massima flessibilità di utilizzo, poiché rende questa fonte di energia rinnovabile disponibile esattamente là dove serve e dove può essere utilizzata nel modo energeticamente più efficiente.

La normativa

Ad oggi la normativa vigente prevede che, fino all’entrata in vigore di specifiche norme europee, sono escluse le immissioni nella rete del gas naturale, del biometano derivante da biogas prodotto per via termochimica, per esempio attraverso i processi di gassificazione di biomasse da fanghi. Da evidenziare tuttavia che in numerosi stati membri della Comunità Europea, le tecnologie di upgrading e l’utilizzo del biometano prodotto da fanghi di depurazione sono già una realtà solida e consolidata sul mercato.

Il Depuratore di Niguarda Bresso

La rete di drenaggio e di depurazione delle acque usate relative al comprensorio denominato Seveso Sud, convogliate al depuratore di Niguarda Bresso in via Guido da Velate 12 a Milano, serve i comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milanino e Paderno Dugnano. Le acque raccolte attraverso la rete collettamento intercomunale sono di tipo civile, industriale e di origine meteorica. L’impianto di Bresso/Niguarda, costruito negli anni ’80 ed attivato nel 1991, è un impianto di depurazione di tipo biologico a schema classico (fanghi attivi) con trattamento fanghi di risulta per via anaerobica e recupero energetico grazie all’utilizzo di biogas. L’impianto di depurazione di Niguarda Bresso serve una popolazione equivalente di 220.000 abitanti effettivi e può trattare fino a 300.000 abitanti equivalenti.

Il fertilizzante da reflui fognari

La sperimentazione a Cassano d’Adda

Gruppo CAP ha avviato con la società Agrosistemi una sperimentazione per la produzione di fertilizzante (Carbonato di Calcio di Defecazione) da fanghi biologici liquidi prodotti presso gli impianti di depurazione. Il procedimento prevede:

  • recupero ed alimentazione a un reattore chimico dei materiali biologici liquidi da trattare

  • condizionamento alcalino del materiale biologico di partenza e successiva neutralizzazione con acido solforico o anidride carbonica

  • disidratazione del materiale biologico liquido

Per verificare la possibilità di commercializzare il prodotto ottenuto, Gruppo CAP ha collaborato col Gruppo VOMM avvalendosi del supporto, delle tecnologie e dell’esperienza per l’essiccamento e la pellettizzazione con l’obiettivo di trasformare i fanghi in fertilizzante insacchettabile per l’eventuale distribuzione al largo consumo. La sperimentazione è stata effettuata presso l’impianto di depurazione di Cassano d’Adda partendo dai fanghi biologici liquidi prodotti dagli impianti di depurazione di Cassano e di Settala.