Condividere best practice e competenze per dare vita a sinergie industriali in grado di migliorare i processi del sistema idrico integrato; mettere in campo studi e ricerche per incentivare l’utilizzo di acqua depurata a scopo irriguo; pensare a strumenti finanziari e a gare di green procurement in linea con i principi indicati dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU; definire, coinvolgendo anche gli stakeholder, un vero e proprio Piano di Sostenibilità per il territorio del Lago Maggiore e del Ticino, patrimonio idrico di Piemonte e Lombardia, al fine di proteggerne la biodiversità e promuovere il territorio. E ancora, sviluppare strategie commerciali per convertire gli scarti alimentari in biogas e biometano.
Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato dei Comuni della Città metropolitana di Milano e Acqua Novara.VCO, azienda che gestisce il servizio idrico integrato in 140 Comuni delle Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, proseguono nel cammino comune per la crescita e lo sviluppo ambientale, sociale ed economico del territorio del Lago Maggiore e del Ticino, secondo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dall’Agenda 2030 dell’ONU.
La visione comune, siglata in un protocollo d'intesa nell'autunno 2020, in questi mesi ha portato a scambi di esperienze e tavoli di confronto. Le tematiche della collaborazione sono finalizzate al perseguimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) definiti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare: l’SDG 6, che mira a “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”, l’SDG 9 che indica la rotta per “costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”; e l’SDG 12 che intende “garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”.
Nello specifico le due società in house stanno approfondendo: le interrelazioni tra i territori gestiti nel bacino del Lago Maggiore e del Ticino (SDG 6), le applicazioni legate allo sviluppo delle tecnologie digitali di data analysis al ciclo idrico integrato e la fruizione di sistemi e banche dati comuni (SDG 9), e infine i modelli di bioeconomia, di programmazione e di utilizzo sostenibile della risorsa idrica (SDG 12).
Dai tavoli di lavoro, che servono per definire gli ambiti operativi, si passa dunque alla messa a terra di strategie concrete che hanno avuto come punto di partenza la mappatura delle reti e delle infrastrutture fognarie e acquedottistiche per individuare interrelazioni tra i territori gestiti, sviluppare politiche integrate e garantire la gestione omogenea e coordinata degli interventi sui bacini idrografici. Il contratto di rete è un innovativo modello di collaborazione tra imprese, introdotto nell'ordinamento italiano nel 2009, che consente alle aziende aggregate di realizzare progetti e obiettivi condivisi nell’ottica di incrementare la propria capacità innovativa e la competitività sul mercato, pur mantenendo ciascuna di esse indipendenza, autonomia e specialità.